Incipit e primo pezzo

Ad uno spettatore casuale, Edgewood Road non potrebbe sembrare diversa da una qualsiasi altra strada della provincia di Middlesbrough; una via come un’altra tesa ad imbrunire alla presenza di un tenue residuo lunare.
Le abitazioni, basse e allineate, conferiscono al paesaggio un aspetto ordinato e impersonale, irreale quasi, se non fosse per un paio di cartelli stradali, testimonianza inconsapevole di una civiltà a riposo.
La luce introversa di un lampione, l’unico che abbia mai funzionato, smorza l’oscurità che inghiottisce i profili degli ultimi passanti ancora in circolazione.
Seppur presi dall’urgenza di tornare a casa prima che la notte li sorprenda, gli abitanti di Edgewood Road non mancano però di rivolgere almeno per un istante lo sguardo in direzione del vecchio edificio all’angolo della strada.
Sanno, prima ancora di voltarsi, che lui è lì: un uomo, sempre lo stesso.
Inizialmente mossi a curiosità, hanno smesso da tempo di interrogarsi sul motivo di quel bizzarro comportamento; lo rispettano, rassicurati da una presenza così costante e discreta.
Nessuno conosce la sua storia, ammesso che ne abbia una.
Seduto di fronte alla struttura, antica sede di un celebre teatro, l’uomo fissa l’ampio portone d’ingresso. Illusion d’ombre, recita l’insegna fatiscente.
Lui è là, ogni notte.

Il vecchio impermeabile grigio lo ripara a malapena dal vento umido e deciso che, nel Middlesbrough si sa, non scherza di questa stagione. I pantaloni ormai più grandi di almeno due taglie sono di un verde arrugginito e antico, quasi volessero urlare agli ignari abitanti 'il suo posto è questo' e lo è perché la sta aspettando, da una vita, da sempre, da ancor prima di nascere, da ancor prima che la vostra curiosità iniziasse a sfumare via mimetizzando nel buio e nello sfondo di Edgewood Road la storia di un uomo che ha conosciuto il vero Amore.
Era stato molto tempo fa, il vecchio teatro allora brillava di una gloria perfetta andandosi poi a perdere in un tramonto fioco con gli anni della grande povertà. Era stato molto tempo fa, dal vecchio teatro si potevano sentire i discorsi dei benestanti e l'orchestrina suonava Lily Marlene. Era stato molto tempo fa, le donne erano bellissime e ti facevano dei giochi con gli occhi e con gli angoli rossi delle labbra, le stesse labbra che una volta avevano sussurrato all'orecchio del vecchio sconosciuto, ti prego portami via da qui. Era stato molto tempo fa, nuvole di fumo e di patchouli nell'aria. Un gioco di prestigio e l'aveva fatta sparire. Illusion d’ombre.
L'impassibile orologio del vecchio campanile batté un colpo solo, l'una.

Commenti

  1. ps: questi sono i due pezzi come erano stati scritti inizialmente mentre nella versione che avete su google drive i verbi sono al passato perchè in quel documento ho apportato alcune modifiche, sempre in nome della famosa coerenza e bla bla bla, cercando di allineare i tempi dei verbi dato che le parti successive erano al passato. Comunque, questo è.

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  2. A me l'incipit piace molto. E il secondo pezzo è coerente.

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  3. Bene anche per me. E' quando iniziano a svolgersi i fatti che inizia un po' di confusione.. Per ora ok :)

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  4. Aspettiamo i commenti degli altri ed intanto pubblico il secondo pezzo

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  5. Fino a questo punto mi sembra perfetto. L'uomo misterioso e l'idea del vecchio tratto sono davvero intriganti. Ne può venire fuori un ottimo "noir". Il nome "illusion d'ombre" è semplicemente geniale ed evocativo. Fa venire in mente quelle vecchie storie anni venti. Dobbiamo cercare di dargli una posizione privilegiata nella storia. Addirittura proporrei "illusion d'ombre" come titolo del racconto. A prescindere dal tipo di storia che ne verrà fuori.

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  6. Se proprio voglio essere pignolo c'è da dire che qui si parla di Middlesbrough come provincia mentre poi avanti ao finisce per parlarne riferendosi solo all'omonima città. Forse vale la pena parlare di "Middlesbrough città" sin da qui

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    1. Però la provincia fa più noir! ;)
      Per me va bene, cambio provincia e metto città.
      Ho deciso di creare una nuova pagina nel blog dove metteremo i pezzi che abbiamo deciso che vanno bene, in modo da poter avere la possibilità di poter leggere, volendo, il racconto per intero. Ultima cosa, passo tutto al passato o di questo ci occupiamo dopo?

      ps: sarà pure prematuro, ma io sono d'accordo anche con il titolo (ovviamente)!

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    2. Dei tempi possiamo preoccuparcene alla fine. Tanto un editing conclusivo bisognerà farlo comunque (magari da un esterno super-partes)

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  7. Per me questa parte va bene e anch'io sono d'accordo sul titolo.

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