Sesto pezzo

La sorpresa di vedere qualcuno di totalmente inaspettato (e fuori luogo) come il vecchio, in quella particolare situazione, gli fece mancare fiato e parole per una decina di secondi. Contreras, l’uomo con la sigaretta, Ehlèn e il suo bambino si congelarono un momento in un angolo della sua mente esterrefatta. Ma cosa...? Le labbra del vecchio si piegarono in un sorriso appena accennato, un bizzarro incoraggiamento ad andare avanti.
Ma cosa...?!
- Signor Doe, la pazienza e la tolleranza non brillano tra le mie qualità più pronunciate. Quando voglio sapere qualcosa, voglio che mi si risponda: chiaro, veloce e conciso. Non ci sono altre opzioni.
Thomas s’innervosì ancora di più. Uno sguardo veloce allo specchio e al suo fantasma all’interno: di nuovo quel sorriso. Oh, ma...
L’uomo (Baffo Magro, lo soprannominò Thomas all’istante, dentro di sé) si mosse bruscamente verso di lui. Non era un commesso che si poteva far aspettare con noncuranza mentre si scelgono le sfumature giuste per le cravatte da sera o da mattina. Il pensiero della pistola non lo fermò.
- Ehi, senta, ma...oh, insomma. Cosa si aspetta, che risponda a comando come un soldatino, dopo essermi trovato qualcuno in camera a fumarmi in faccia e a farmi domande strampalate? - Buttò fuori, un po’ stridulo. Uhm, sembrava un adolescente con problemi di voce sotto trasformazione.
Baffo Magro sorrise, leggermente divertito. Per almeno qualche altro secondo ancora, poteva scegliere di non far uscire la sua crudeltà, questa sì, una delle sue qualità decisamente pronunciate.
- Oh, capisco. Quella villa era davvero un gioiello in mattoni. E il bambino, sì, posso immaginare che sia una novità difficile da digerire - sussurrò, mellifluo e insopportabile, estraendo un’altra sigaretta.
Il sorriso del vecchio fantasma era sempre lì. Oh, al diavolo! Per qualche ragione che non sapeva spiegarsi, Thomas era un po’ meno spaventato di prima, e quel suo incoraggiamento (ma a far cosa, poi?!) sottinteso stava...sì, funzionando.
- Bambino? – strabuzzò gli occhi Thomas, un po’ teatrale. Proprio non riusciva a evitarlo, nei momenti più impensati...- Bambino, bambino, bambino...- finse di guardare verso un angolo, tentando disperatamente di ricordare. – Oh, ma certo. Lei intende sicuramente il piccolo Yuri. Uh, no, non il piccolo Yuri, Yuri il Rosso! Gridò (troppo stridulo, di nuovo...), trionfante.
Questa volta fu Baffo Magro a cambiare espressione, seppure per qualche secondo. Ma il luccichio di sorpresa in quegli occhi da predatore freddo non sfuggì a quelli un po’ febbrili di Thomas. Questa era una NOVITA’. E Baffo Magro non le gradiva. Soprattutto se non partivano da lui. Guardò la pistola, di sottecchi, che giaceva nelle dita nervose dell’uomo, dimenticata.
E’ un ingenuo, un pivello. Non ci si dimentica di avere una pistola in mano. Ora il gioco tornava in mano a lui.
- Certo, Yuri il Rosso, ma come non ricordarlo! Ovviamente, so tutto di lui. Vivace, allegro, gran raccontatore di barzellette e storielle, un talento straordinario nell’inseguire scoiattoli e leprotti, nel parlare agli uccellini e gran scopritore di passaggi segreti. Un ragazzetto in gamba, eh? Uno dei più dotati, persino tra quelli come lui...tra i bambini immaginari, intendo.
La voce di Thomas si calcò beffarda sull’ultima frase. Il bizzarro sorriso nello specchio si aprì decisamente. Come si spalancarono gli occhi di Baffo Magro, che lasciò cadere la sigaretta e l’accendino che aveva tirato fuori per continuare il suo gioco. No. No. No. Non poteva essere. Come diavolo l’aveva saputo...? Conosceva persino il nome, Yuri il Rosso! Per la prima volta nella sua fredda vita, Baffo Magro perse il controllo. Quell’informazione apparentemente banale, era vitale per lui, per controllare il suo interlocutore. Aveva sempre funzionato finora! E ora arriva questo, questo...omuncolo che non sa nemmeno di tenere in mano una pistola, e...
- Sì, Yuri era proprio a posto...con me era dispettoso, ma posso capirlo. Ci teneva a far colpo sulle bambine...- continuò Thomas, ormai rinfrancato, sia dal sorriso nello specchio, sia dal peso della pistola di cui era consapevole.
– C-con Lei, signor Doe? Vuole dire che...- balbettò Baffo Magro.
No, oh, no. No, no, no! Qui c’era qualcosa di profondamente sbagliato. Non doveva andare così! No, no, no! Doveva uscire, subito. Contreras...sì, lui. Doveva chiedergli. Con un ultimo sguardo d’odio impotente verso Thomas, tipico del bullo cui viene somministrata per la prima volta la sua stessa medicina, l’uomo si girò di scatto, dirigendosi verso la porta.
- Dove va, così di fretta, amico? Ora che stavamo ricordando i bei vecchi tempi! - gridò Thomas, sarcastico. All’improvviso, si sentiva forte. Dominatore. Tutto dipendeva da lui. Era riuscito a ribaltare una situazione pericolosa...una curiosità insana guizzò nel suo cervello, guidò la mano che reggeva ancora la pistola, sollevandola. La schiena di Baffo Magro era ancora nel suo campo visivo, per quanto avesse già varcato la porta. Cosa si prova a...BANG! Il vecchio (che non era affatto un fantasma come pensava Thomas, era solo nascosto in un angolo riflesso nello specchio), allarmato, fece per slanciarsi in avanti per fermarlo.
CLLAAAAACK! La pistola cadde a terra, dalla mano indolenzita di Thomas, ormai inservibile. Chi gliela aveva mandata, in quella busta, non si era preoccupato di verificare che non fosse difettosa...

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